Il circuito
Storia
Partendo da Brescia per Mantova ed attraversando Castenedolo, la strada poi scende dolcemente sul basso terrapieno fra una bella campagna finchĂŠ non si trova, a destra, lâOsteria della Fascia dâoro: qui comincia la brughiera di Montichiari.
La brughiera Monteclarense, arida ghiaiosa e priva di alberi, divenne il punto di riferimento ideale per le corse automobilistiche, nelle quali la giovane industria automobilistica si cimentava, vedendo in esse la possibilitĂ del suo espandersi e Montichiari, ospitando tali manifestazioni sul suo territorio, vedeva crescere il suo prestigio e la sua economia. Nel settembre del 1899 si ebbero in Brescia quattro giornate dedicate allâautomobilismo con lâeffettuazione di una corsa.
Le corse continuarono negli anni successivi e nel settembre del 1905 si corsero anche la Coppa Vincenzo Florio, la Coppa Conte di Salemi e la Coppa dâItalia, vinte tutte e tre da G.B.Raggio con una Itala di 100 hp. Il traguardo e le tribune erano poste proprio alla Fascia dâOro di Montichiari.
La Coppa Florio si corse anche nel 1907 con la vittoria di Minoia su Isotta Freschini. Nel 1920 si decise di creare un autodromo permanente. Il 4 settembre 1921 si disputò il primo Gran Premio dâItalia. Fu scelto un percorso tutto racchiuso nel territorio di Montichiari, ottenendo una pista di 18 km.
Il circuito
Storia
Partendo da Brescia per Mantova ed attraversando Castenedolo, la strada poi scende dolcemente sul basso terrapieno fra una bella campagna finchĂŠ non si trova, a destra, lâOsteria della Fascia dâoro: qui comincia la brughiera di Montichiari.
La brughiera Monteclarense, arida ghiaiosa e priva di alberi, divenne il punto di riferimento ideale per le corse automobilistiche, nelle quali la giovane industria automobilistica si cimentava, vedendo in esse la possibilitĂ del suo espandersi e Montichiari, ospitando tali manifestazioni sul suo territorio, vedeva crescere il suo prestigio e la sua economia. Nel settembre del 1899 si ebbero in Brescia quattro giornate dedicate allâautomobilismo con lâeffettuazione di una corsa.
Le corse continuarono negli anni successivi e nel settembre del 1905 si corsero anche la Coppa Vincenzo Florio, la Coppa Conte di Salemi e la Coppa dâItalia, vinte tutte e tre da G.B.Raggio con una Itala di 100 hp. Il traguardo e le tribune erano poste proprio alla Fascia dâOro di Montichiari.
La Coppa Florio si corse anche nel 1907 con la vittoria di Minoia su Isotta Freschini. Nel 1920 si decise di creare un autodromo permanente. Il 4 settembre 1921 si disputò il primo Gran Premio dâItalia. Fu scelto un percorso tutto racchiuso nel territorio di Montichiari, ottenendo una pista di 18 km.
La storia di
Montichiari
La zona di Montichiari fu abitata fin dallâanno 1000, quando il territorio era governato dalla potente famiglia Longhi, feudatari della contea.
Il nome di Montichiari, la cui etimologia è alquanto incerta, ha subĂŹto nei secoli diverse trasformazioni: da Montisclaris (sec. XII) a Monteclaro (sec. XIII) e Montechiaro (sec. XVI). Nel 1862 al nome Montechiaro venne aggiunto âsul Chieseâ e nel 1877 divenne lâattuale Montichiari.
Il 1° ottobre 1428, dopo la battaglia di Maclodio, il paese giurò fedeltà alla Repubblica Veneta, cui Montichiari resterà fedele fino al suo declino nel 1797, nonostante alterne e contraddittorie vicende militari che la provarono negli anni.
BisognerĂ aspettare il 1805 per assistere allâarrivo di un altro dominatore, che coinvolse gli abitanti di Montichiari in imprese militari, Napoleone I che passerĂ in rassegna il suo esercito accampato nella grande brughiera. Nel 1848, ad opera di alcuni patrioti, tra i quali il letterato monteclarense Angelo Mazzoldi, la popolazione insorse contro gli austriaci.
Montichiari ebbe poi un ruolo importante nella battaglia di San Martino e Solferino quando nel 1859 si definÏ sul territorio monteclarense la strategia militare della battaglia e vennero alloggiate le retroguardie degli eserciti piemontese e francese. Per questa azione impegnativa vennero occupati numerosi edifici pubblici e privati, fra i quali la chiesa parrocchiale e il nuovo ospedale.
La storia di
Montichiari
La zona di Montichiari fu abitata fin dallâanno 1000, quando il territorio era governato dalla potente famiglia Longhi, feudatari della contea.
Il nome di Montichiari, la cui etimologia è alquanto incerta, ha subĂŹto nei secoli diverse trasformazioni: da Montisclaris (sec. XII) a Monteclaro (sec. XIII) e Montechiaro (sec. XVI). Nel 1862 al nome Montechiaro venne aggiunto âsul Chieseâ e nel 1877 divenne lâattuale Montichiari.
Il 1° ottobre 1428, dopo la battaglia di Maclodio, il paese giurò fedeltà alla Repubblica Veneta, cui Montichiari resterà fedele fino al suo declino nel 1797, nonostante alterne e contraddittorie vicende militari che la provarono negli anni.
BisognerĂ aspettare il 1805 per assistere allâarrivo di un altro dominatore, che coinvolse gli abitanti di Montichiari in imprese militari, Napoleone I che passerĂ in rassegna il suo esercito accampato nella grande brughiera. Nel 1848, ad opera di alcuni patrioti, tra i quali il letterato monteclarense Angelo Mazzoldi, la popolazione insorse contro gli austriaci.
Montichiari ebbe poi un ruolo importante nella battaglia di San Martino e Solferino quando nel 1859 si definÏ sul territorio monteclarense la strategia militare della battaglia e vennero alloggiate le retroguardie degli eserciti piemontese e francese. Per questa azione impegnativa vennero occupati numerosi edifici pubblici e privati, fra i quali la chiesa parrocchiale e il nuovo ospedale.
la curva
Parabolica
Il percorso scelto per il Circuito aveva una forma triangolare con il suo apice in localitĂ Fascia dâOro dove venne realizzata lâattrattiva principale di tutta lâopera rappresentata dal raccordo di collegamento delle strada comunale Ghedi Montichiari: la curva parabolica, che sviluppava una lunghezza di 544,60 metri ed era una delle prime al mondo.
La curva fu eseguita mediante reinterro dellâaltezza di un metro e dieci, con nervature disposte a maglia che consentivano di contenere la massicciata. I piloti dellâepoca dichiararono che tutti gli altri circuiti, compreso quello di Indianapolis, non reggevano il confronto con quello di Brescia Montichiari.